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Chinotto di Savona

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La tradizione del chinotto di Savona inizia in un tempo molto lontano, precisamente nel XVI secolo: quando un navigatore portò a Savona la pianta del chinotto (chiamata proprio come il frutto).

Questa pianta, quindi, non è italiana e nemmeno europea, ma bensì originaria della Cina. È da qui che pare provenirne anche il nome. Questo prezioso frutto era considerato dai viaggiatori una sorta di amuleto di buona salute e fortuna, perché le sue proprietà curative aiutavano a scongiurare le malattie.

 

Caratteristiche 

Questa pianta è sempreverde e, anche se non è di grandi dimensioni, sviluppa un’incredibile quantità di frutti ed è usata anche come semplice decorazione.

Il sapore amarognolo del chinotto lo rende ideale per la produzione di amari e confetture.

Soprattutto sciroppi, i quali vengono spesso usati per preparare bevande dissetanti o squisiti aperitivi da gustare insieme al prosecco.

 

L’unicità del Chinotto di Savona

Proprio a Savona questa pianta ha trovato il clima perfetto per crescere forte e rigoglioso. Qui, infatti, il frutto del chinotto nasce con una buccia più spessa, resistente, profumata e con tempi di maturazione più precoci.

Ovviamente, grazie a una materia prima talmente buona e di ottima qualità, è stato possibile in pochissimo tempo dare vita alla prima azienda specializzata nella trasformazione dei frutti del chinotto. La fondazione risale più precisamente al 1780 grazie all’ingegno del Sig. Elizièré.

Grazie alle numerose prove di laboratorio effettuate sulle varietà di chinotto, è emerso che quello di Savona ha caratteristiche genetiche diverse e distinte dalle altre varietà, sia a livello chimico che organolettico.

Ad oggi, il chinotto di Savona è prodotto quasi esclusivamente nella porzione del territorio savonese, da Varazze fino a Finale Ligure.

 

Il Chinotto di Savona è Presidio di Slow Food

L’ente è nato nel 1999 a recupero e salvaguardia di piccole produzioni di eccellenza gastronomica minacciate dall’agricoltura industriale, dal degrado ambientale e dall’omologazione .

Ne fa parte perché il rischio di estinzione della pianta è forte, tanto che dal 2014 il Comune di Quiliano ha avviato una determinata operazione di piantagione estensiva presso il Parco di San Pietro in Carpignano.

Come già detto, non si sa con certezza se sia stato un marinaio savonese o livornese a importare il chinotto in Italia. Sopratutto, non si sa con precisione da dove.

Seppur le origini del chinotto di Savona restino un mistero, non c’è neanche un bambino nel mondo che non abbia goduto almeno una volta del sapore di questo fantastico agrume!

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